Benvenuti in A.L.I.Ce. Carpi odv
A.L.I.Ce. CARPI ODV si è costituita ufficialmente in Aprile del 2009, per iniziativa degli operatori sanitari dell’ospedale Ramazzini di Carpi, familiari e pazienti colpiti da “ICTUS CEREBRALE”
E’ una Associazione di Volontari, impegnata sul territorio della zona sanitaria AREA NORD di Modena, che si “adoperano” per una forte attività di prevenzione della malattia, anche in collaborazione con altre Associazioni attive nell’ambito sanitario, rivolgendosi alla popolazione in generale privilegiando l’età giovanile e scolastica per stimolare una maggiore attenzione alla propria salute e al miglioramento degli stili di vita.
L’“ICTUS CEREBRALE” è una malattia fortemente invalidante con complicanze di vario tipo anche sui familiari. A.L.I.Ce. CARPI ODV collabora con le strutture sanitario-assistenziali del territorio per supportare il reinserimento degli ammalati nelle famiglie e nella vita sociale anche tramite proprie attività e progetti.

Anche questo anno CHALET 3.0 è con A.L.I.Ce. Carpi con i suoi gustosi panettoni artigianali.
🪅 CHALET 3.0 – Piazza Garibaldi, 29 – Carpi è lieta di comunicare la replica dell’iniziativa benefica natalizia “Due cuori e uno Chalet”:
per ogni panettone artigianale venduto doneremo 5€ all’Associazione Alice Carpi Odv per la lotta all’ictus cerebrale!💞
😋Preordina subito i nostri panettoni realizzati con lievito madre e materie prime di altissima qualità!
🎄Delizierai il tuo palato e quello di chi lo riceverà e contribuirai allo sviluppo di numerosi progetti e attività
che ogni anno l’Associazione realizza. 🎅🏼
Sei pronto a scoprire le 4 prelibate varianti?
🍫gocce di cioccolato ,
🍇mandorle e uvetta,
🍐pere e noci,
🍑pesche e amaretti.
Scegli il tuo preferito e preordina subito 👉 QUI
COMUNICATO A.L.I.Ce. Carpi
Carpi lì 12-10-2023
COMUNICATO A.L.I.Ce. Carpi
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’ictus cerebrale (in inglese stroke) come improvvisa comparsa di segni e sintomi neurologici, di durata superiore a 24 ore, attribuibile a disturbo circolatorio del cervello.
In Italia ne sono colpite 150.000 persone ogni anno, 12 milioni nel mondo, (a Carpi 300 casi ogni anno ricoverati in Neurologia/Stroke Unit).
In Italia un milione di persone è sopravvissuto ad un ictus, con esiti di varia gravità.
Purtroppo, ancora adesso la malattia è gravata del 20% di mortalità acuta (nei primi trenta giorni) nonostante enormi miglioramenti dell’assistenza in fase acuta.
L’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità permanente, la seconda causa di morte nel mondo (terza in Italia), la seconda causa di demenza (dopo L’Alzheimer).
Molte delle cause possono essere combattute con successo, dando vita ad una politica sanitaria di prevenzione incentrata su:
Controllo e cura dei valori di pressione arteriosa
Controllo e cura degli alti livelli di colesterolo LDL
Controllo e cura dei livelli di glicemia
Abolizione del fumo
Sensibilizzazione sul ruolo della Fibrillazione Atriale e trattamenti conseguenti
Riduzione del peso corporeo
Promozione di sane abitudini di vita, in particolare alimentazione corretta, attività fisica
È scientificamente provato che 8 ictus su 10 potrebbero essere prevenuti, intervenendo sugli stili di vita e sui fattori di rischio.
Per potere raggiungere e trattare le persone con alti indici di rischio cerebro-cardiovascolare è indispensabile produrre campagne di sensibilizzazione e coinvolgimento degli operatori della medicina sul territorio, mezzi di informazione, Associazioni di volontariato, caregiver….
In occasione della giornata mondiale dell’ictus (29 ottobre) A.L.I.Ce. Carpi organizza un Convegno dal titolo “Ictus cerebrale: un ponte tra prevenzione e terapia, con al centro il paziente e la sua famiglia.”, che si svolgerà all’ Auditorium A. Loria (via Rodolfo Pio, 1 a Carpi) sabato 28 ottobre dalle 8,45.
Le relazioni, divulgative verso la popolazione, che si invita a partecipare, verranno tenute da esperti professionisti.
Verranno appunto approfonditi i fattori di rischio principali e le possibilità di minimizzarli, diventando protagonisti della propria salute, ma anche le moderne modalità di cura della malattia in fase acuta. Non verrà trascurato il ruolo del caregiver familiare nel talora complesso percorso che comincia con il rientro a casa dei pazienti con esiti permanenti.
